Recensione
Edoarda Masi, Radio Popolare, 12/05/2011

Confucio re senza corona

In onda il 12 maggio 2011 su Radio Popolare: "Negli ultimi tempi la Cina è divenuta argomento corrente di attenzione e di conversazione, senza una minima base di conoscenza reale in chi ne tratta. La preminenza della cronaca e la deriva individualistica fanno sì che la Cina e la sua civiltà si presentino come un tutto ora attraente, ora esotico, ora ostile, ma sempre impreciso e confuso. Frammenti di vecchie nozioni si mescolano senza una direzione determinata. Confucio– che anche il pubblico meno colto conosce come esponente della saggezza cinese appare ora come un vecchio sapiente, ora come fondatore di una religione, ora come un protorazionalista, ora come il portatore di una visione del mondo “orientale”. Dietro a tutto ciò c'è il vuoto. Bene fa, quindi, l'Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano a iniziare la pubblicazione di volumetti seriamente “divulgativi” sulla civiltà cinese. Il primo non poteva non essere dedicato appunto a Confucio. Si tratta di una raccolta di testi, a cura di Silvia Pozzi,  di autori cinesi e non, antichi e moderni, con diverso fine e orientamento, che vanno dalla esposizione alla critica, dal consenso all'ironia. Gli argomenti sono vari, da La musica e Confucio di E. Sabattini a Confucio nella Cina moderna di Lu Xun.

L'introduzione di Sandra Lavagnino fornisce tutti gli elementi indispensabili per collocare il personaggio nella storia e indicare la sua funzione e l'importanza nella cultura cinese. Il tono di questa introduzione e il criterio della raccolta sono a un tempo rigorosi e comprensibili per i non specialisti. Dalla famosa biografia scritta dal Grande storico dell'antichità Sima Qian si arriva a Confucio in TV di V. Varriano. Il personaggio è rappresentato nel valore/disvalore assunti nella cultura cinese: da un lato, fino all'identificazione con il modo di essere di quel popolo, dall'altro fino alla critica e all'ironia. Ci arriva attraverso questi scritti – minuscola scelta nell'immensa massa di testi confuciani e anticonfuciani – l'insieme contradditorio che la Cina oggi appare ed è: fedeltà alla tradizione e a un tempo sua distruzione. Per la Cina, come per altre culture anche di minore peso nella storia mondiale, emerge una contraddizione profonda in noi osservatori, prima ancora che nell'oggetto osservato (vedi anche in proposito Chi è oggi per noi Confucio? di A. Crisma): da una lode di tono conservatore delle culture antiche e “preborghesi” si era passati a considerare in termini positivi la “modernità” o “modernizzazione”. Il moderno era parso il mezzo più idoneo a sfatare quanto di falso o di ipocrita contenevano le figure e i precetti tradizionali. Le vicende del XX secolo hanno condotto a un ulteriore rovesciamento: anche nella “modernità” si può riconoscere un'ideologia falsificatrice che nasconde gli interessi economici (dominio mondiale del capitale) e della colonizzazione (la doppia falsità inerente alla lode, da un lato dell'antico, dall'altro della modernizzazione, da principio è stata compresa da pochi, fra i primi dal grande scrittore Lu Xun). Nel volumetto sono affiancate le posizioni che in questi termini sono variamente assunte, da cui il valore di conoscenza autentica in esso proposte".